NEWS — ricciocapriccio

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Giulia Trapuzzano

Roswell. Gli alienini vestiti male!

Leggenda narra che nel 1947 in America, a Roswell, si sia schiantato un UFO. Cosa smentita settordici volte dal governo, dagli americani e dagli alieni stessi ma che ha alimentato una serie di storie che ancora non si sono placate.

Sfruttando l’evento, sulla compianta WB è andata in onda nel 1999 una serie tv dal titolo, appunto, Roswell.

I protagonisti, manco a dirlo, erano alcuni alieni che si erano perfettamente integrati nella cittadina che campava di souvenir e ristoranti a tema proprio sugli ufo e gli omini verdi.

Solo che gli omini non erano verdi mai ed avevano le bonissime sembianze di Jason Behr, Katherine Heigl, Brendan Fehr ed Emilie de Ravin.

Tutti vestiti male, ma male male, e che si mischiavano nel liceo della città con ragazze e ragazzi umani e che sussultavano ogni volta che li vedevano non per paura ma per la manifesta gnoccaggine di tutti loro.

Indimenticabili sono le divise di Liz Parker e Maria DeLuca del Crashdown, il ristorante in cui lavorano, con il grembiule fatto a faccia di alienino e le antenne deficienti. Roba che gente ancora oggi ci si traveste come cosplayer.

Tra l’altro, per noi pischelli di quegli anni, la povera Tess (ovvero Emilie De Ravin) era universalmente riconosciuta come La Vacca, lei e i suoi vestitini un po’ così messi sul suo figurino di un metro e 20. Chi lo avrebbe mai detto che proprio lei sarebbe diventata Claire di Lost? Non io, sicuramente.

Ps. Max & Liz, comunque, SOLO CUORE.


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'
LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

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Non è per sempre. Tatuaggi temporanei Paperself

Ho un serio problema con l’espressione “per sempre”. Mi viene un tic all’occhio quando la sento e voglia di fuggire via lontano. Ecco perché non ho mai pensato di tatuarmi anche se apprezzo moltissimo quest’arte e osservo ammirata chi decide di fare del proprio corpo una tela.

Ci sono molti modi, come diceva qualcuno e provare dei tatuaggi temporanei potrebbe essere una buona idea, prima di decidere se ci sentiamo pronte a qualcosa di definitivo.

Paperself, azienda britannica che già conosciamo per le mitiche ciglia finte di carta, delle vere e proprie opere d’arte, si è lanciata nel magico mondo dei temporary tattoo, con una gamma variegatissima di soggetti che accontenta praticamente tutti i gusti.

Ci sono gattini, fiocchi, bracciali metallizzati (che risaltano perfettamente con l’abbronzatura), fiori, piume, farfalle, ancore… di tutto di più!

Applicarli è facilissimo: scegliete la zona, pulite e asciugate la pelle e applicate il disegno tamponandolo con un batuffolo inumidito di acqua, esattamente come i trasferelli della nostra infanzia!

I tattoo sono waterproof e la loro durata varia dai due ai quattro giorni. Possono essere rimossi facilmente utilizzando acqua calda e sapone. Si acquistano online dal sito ufficiale che invia anche in Italia, i prezzi variano a seconda della grandezza ma ci sono anche dei multipack molto convenienti.

Pronte a fare concorrenza a Kat Von D? 


SHUT UP AND TAKE MY MAKE UP! COME ESSERE SE STESSE MA MEGLIO

di Tamara Viola

Una donna dalla chioma sobria. Socializza molto, online e offline. Puoi leggere i suoi deliri su Citazionisti Avanguardisti
Nel tempo libero si imbelletta, legge e fa parlare i biscotti.

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Come un'app e un braccialetto possono aiutarti a rimanere incinta

È nata così. FitBit è un gadget elettronico che traccia le attività fisiche di una persona. Conta i passi, monitora il battito cardiaco, la qualità del sonno e altre cose che appena ti muovi segna quello segna tutto.

Un utente di Reddit, chiamiamolo David perché in effetti si chiama davvero così, uno abbastanza sportivo da dotarsi insieme alla moglie di FitBit, scrive che il battito cardiaco a riposo della moglie risulta improvvisamente accelerato. Pensa che sia un guasto, un utente gli chiede se la moglie fosse stressata o incinta.

Beh, dopo un rapido quanto eccitato controllo, la moglie era davvero incinta. Strano che nessuno se ne sia accorto prima.

A questo punto entra in gioco Clue (che in inglese significa indizio), un'app, ovviamente non l'unica ma a quanto pare una delle migliori, ed è gratis, che permette di tenere traccia del proprio ciclo mestruale. Inserendo dati sulla copiosità del flusso mestruale, l'umore e quanto male fa, Clue prevede quando ci sarà il prossimo ciclo e quando sarà il periodo fertile.

Il team scientifico di Clue ha condotto delle ricerche su alcune utenti di FitBit cercando di capire quanto sia frequente che FitBit registri un battito cardiaco a riposo accelerato prima o durante un'ovulazione effettiva. E il risultato è stato positivo.

Quindi FitBit potrebbe collezionare dati in maniera passiva ed essere usati in app come Clue per aggiungere dati in maniera più diretta e prevedere un probabile periodo fertile.


YOU GO, GIRL!
DONNE CHE LAVORANO, TALENTI EMERGENTI E ALTRE ECCELLENZE GEN(D)ERICHE

di Antonia Caruso

Antonia scrive col pensiero, coi gatti e coi capelli. In genere su Ericosìcarina | Gender e antigender ma anche da altre parti.

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Stranger Things. Winona, gli anni ’80 e bambini carini

Laggente ultimamente ha riscoperto le gioie della serialità americana e non smette di parlare di Stranger Things, produzione di Netflix che ha buttato nel mezzo alcuni degli elementi più cuori dell’immaginario collettivo di noi stupidi cresciuti negli anni ‘80/’90.

Quegli scaltri di Netflix si saranno detti “oh ma cos’è che è piaciuto TANTISSIMO a quelli che ora hanno 30 o più anni? Cosa potremmo produrre per titillare i loro ricordi di piccini?”. La risposta è stata, evidentemente: “E.T., Alien, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Stand by me, Pretty in pink…” e via andare fino a tutti i riferimenti cinematografici possibile. Da qui, in un attimo, ne è nato l’adorabile Stranger Things.

Oltre ai 4 bambini protagonisti pucciosissimi e nerdissimi, c’è Eleven, la ragazzina speciale coi poteri, rasata e adorabile, che i nuovi amici vestono come se fosse ET, appunto. Parrucca bionda, vestitino rosa, e via a comandare tra i mostri e la gente cattiva del governo che fa esperimenti sui bimbi.

Ma il pezzo forte è lei: Winona Ryder. Non solo la sua faccia è rimasta praticamente uguale agli anni ’80, ma la vestono anche coi cappotti marroni di velluto a coste. E allora ditelo che volete farci piangere. Ditelo.

Come se non bastasse nel casting c’è anche una certa Barb che è la sosia disagiata di Molly Ringwald, roscia, con gli occhialoni e i mom jeans d’ordinanza.

Insomma, se avete una incredibile nostalgia dei tempi andati 30 anni fa, vi prego, vedete le 8 puntate e commuovetevi.


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di Francesca Giorgetti

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SleepCycle Pillowcase: dormire ti fa bella

Mia nonna, una specie di guru del beauty in salsa pugliese, mi diceva sempre che imbellettarsi valeva niente se la notte si dormiva poco.

Lo sappiamo un po’ tutte ormai, il sonno è una specie di elisir di lunga giovinezza: rende i tratti del viso più distesi, le occhiaie meno evidenti, la pelle più luminosa.

Avranno pensato alle sue parole quelli di Skin Laundry, azienda californiana, che si è inventata una federa per cuscino con proprietà antibatteriche?

Lo SleepCycle Pillowcase, grazie alla sua tecnologia antimicrobica, promette una pelle più bella e più pulita, combatte punti neri, lucidità e brufolaglia semplicemente facendo dei pisolini.

All’apparenza sembra un normalissimo copri cuscino ma è 100% cotone a trecento fili incrociati, ipoallergenico e non irritante e mantiene i suoi effetti fino a cinquanta lavaggi. Costa 30 dollari (più spedizione), la trovate qui.

Insomma, possiamo fare ciao ciao con la manina alle maschere in tessuto, ai cerottini, agli scrub: fa tutto lui, noi dobbiamo solo dormire. O almeno provare a farlo.

 

Chissà se funziona pure sul cuscino gonfiabile al mare.


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Keecoo k1, lo smartphone cinese per donne fissate coi selfie

Donne! È arrivato lo smartphone che fa per noi!

È abbastanza piccolo da poterlo tenere nelle nostre piccole mani di fata che tanto hanno saputo ricamare cuori e farfalle ed ha una forma insolitamente esagonale (vai a capire perché).

Ma soprattutto, come recita uno degli slogan sul sito il Keecoo K1 “Soddisfa ogni sorta di bisogno delle Appassionate di Selfie.”

Lo smartphone cinese ha inoltre una fotocamera posteriore da 13 Megapixel (l'iPhone 6, per dire, ha ce l'ha da 8 Megapixel) e una frontale da 8 Megapixel dotata di una tecnologia che rende “la pelle più soffice e delicata.” Inoltre non ha nemmeno l'ultima versione di Android (non ho ben capito se si può aggiornare) perché tanto alle donne non serve.

 

Per capire bene un prodotto del genere tocca tenere presente che la Repubblica Popolare Cinese sta vivendo un'ossessione per la bellezza nella quale i social hanno un ruolo ben importante.

Vedi l'A4 Challenge dove si deve dimostrare di avere una girovita che non sia più ampio di un foglio A4 in verticale o l'iPhone6 Challenge nella quale bisogna avere le ginocchia più strette di un iPhone6 o ancora il Lipstick Challenge in cui bisogna mettersi il rossetto facendo passare il braccio da dietro la testa, modello contorsionista barnum.

Sono state create anche app come BeautyPlus o Meren Xiangji che serve a ritoccare i propri selfie adattandoli ai canoni di bellezza della Cina contemporanea: occhi più grandi, mascella sottilissima, zigomi pronunciati, incarnato porcellanoso (il mio telefono che è cinese pure, ma genderneutral, ha queste funzioni incorporate nella fotocamera).

Tutta questa pressione sociale sulla bellezza e sulla magrezza ha portato un boom della chirurgia estetica, nel 2014 sono state effettuate sette milioni di operazioni chirurgiche.

Paese che vai, smartphone che trovi. 


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di Antonia Caruso

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Beverly Hills 90210. Aaron Spelling, TVB!

Aaron Spelling è una bella persona. Non solo ha figliato Tori Spelling che annualmente ci regala momenti di gossip veramente grandi, ha anche inventato alcune delle serie tv più longeve e più famose di sempre. Beverly Hills 90210 è una di queste e ancora ricordo che quando scoprii che il 90210 era il cap (in teoria lo Zip Code, in pratica il cap) ci rimasi malissimo e fu un attimo pensare ad una potenziale serie dal titolo 59100 (ndr: il cap di Prato, PO).

Già allora, in tv potevi scegliere il tuo alter ego del cuore o quantomeno il tuo personaggio preferito e subito si capiva che personaggio eri tu, più che altro.

Io, ad esempio, sono da sempre una fan incredibile di Steve che tutte ma proprio tutte snobbavano perché oggettivamente idiota. AMORE SUBITO PER SEMPRE infatti.

Anche a Kelly io volevo un sacco bene, era un sacco ricca, con vestiti belli e un sacco di problemi, come non stimarla? Donna poraccia andava a giro in condizioni pietose che la facevano un po’ sembrare una bimba speciale, mentre Brenda e Brandon erano un po’ per tutti i gemelli cacacazzo, lei vacca wannabe, lui noia noia e ancora noia, ante litteram di Dawson. Andrea, vabbè, che dire. Manco mi nonna. Mentre David io ricordo che lo odiavo perché ero già un “ODDIO SI DROGA E’ UN TOSSICO COMUNISTA CHE SCHIFO!”. Poi però ha preso tutti di tacco e si è sposato Megan Fox e allora sei meglio te.

Poi beh, c’era lui, quello che TUTTE ma proprio tutte (tranne meh) amavano e bramavano: Dylan. Uno che di maglietta tinta unita, jeans e giubbotto di pelle ha fatto una cifra stilistica che levati. Bad boy ma uuuuh ha il cuore tenero, bono anche se con occhio leggermente pio e delicatissimo.

Consiglio tra l’altro a tutti, per piangere un po’, il reboot 90210 con personaggi MERAVIGLIOSI e guest star incredibili prese direttamente dal nostro gioioso passato televisivo.

In tutto ciò, Shannon Doherty daje tutta e non mollare <


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Zara copia giovane artista e risponde in malomodo

L'artista e illustratrice Tuesday Bassen, una che ha lavorato per cose enormi tipo Playboy, New Yorker, Nike e Adidas, quindi non proprio una pivellina alle prime armi, ha scoperto che Zara ha copiato alcuni dei sui disegni.

Non una lieve e vaga ispirazione, ma una copiacarbone bella e buona. L'immagine qui a fianco, presa dal sito di Bassen, è abbastanza esplicativa sulle somiglianze.

Bassen, anzi l'avvocato di Bassen, ha scritto a Zara e la risposta di Zara è stata veramente coatta.

In sostanza si dice che il lavoro di Bassen è troppo “semplice” e non facilmente riconoscibile, poiché, si continua con una spacconata, si consiglia di “mettere le cose in prospettiva”. Il sito di Zara ha una media 98.000.000 di visite al mese e lei in sostanza non è nessuno.

Ma non è la prima volta che l'azienda spagnola viene accusata di plagio. Ultimamente, per esempio, la collezione Yeezy Season 3 di Kanye West sembra essere stata presa, diciamo, da ispirazione sia da Zara, che da Topshop e Forever 21.

Magari il signor Kardashian se lo può permettere ma una come Tuesday Bassen no.

In questo caso il problema, sottolinea Fashion Law, non è di copyright, ma di legge sul trademark, che serve appunto a “proteggere l'origine di tratti identificativi, come nomi, loghi e/o elementi della confezione del prodotto, in modo da permettere ai consumatori di identificare un particolare business come la fonte di beni e servizi.”

D'altra parte Business of Fashion dichiara che “[...] in molti paesi (inclusi USA e UK) la moda non gode della stessa protezione che si possono permettere altri mezzi creativi come arte, letteratura o cinema perché abiti, scarpe e borse sono categorizzati come “oggetti funzionali,” e sono esenti dalle leggi del copyright. Al contrario, la legge protegge solo l'elemento creativo disgiunto di un prodotto, come il motivo di una stampa.”

In ogni caso la nostra Tuesday Bassen farà causa a Zara.

Il rapporto tra fast fashion e plagio/ispirazione è complesso, ma più che complesso, dipende semplicemente da chi prendi a modello (o copi).

Da una parte è palese che catene come Zara e H&M vendano versioni a buon mercato delle sfilate, per soddisfare i desideri haute couture di tutte noi (provate a trovare un capo che non sia molto di moda leggermente business woman o molto di moda leggermente adolescente anni '90) che poi è la base di quello che chiamano Piracy Paradox, secondo il quale copiare o prendere ispirazione dall'alta moda porta ad un altissimo ricambio delle idee e non fa altro che aiutare a produrre nuove idee. Certo magari non alle spese di piccoli designer.

La possiamo anche mettere sul consumismo. È la base della tecnologia degli smartphone.

Sia per la moda che per gli smartphone possiamo parlare di obsolescenza indotta e obsolescenza programmata. Ciò che va bene oggi, domani non andrà più bene.

Come dice la legge di Felson: “Rubare idee a una persona è plagio, rubarle a molte è ricerca.”

Insomma Zara se devi copiare fallo meglio e non te la tirare così tanto.


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DONNE CHE LAVORANO, TALENTI EMERGENTI E ALTRE ECCELLENZE GEN(D)ERICHE

di Antonia Caruso

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Gli aspetti esilaranti di portare la barba lunga

Nicola Carmignani parla di sé come di un "social coso", per intenderci: un bravissimo blogger, un instagrammer da paura, nonché un professionista del web. È anche uno dei barbuti più famosi della rete e confessiamo che proprio leggendo le sue avventure pelose abbiamo dato vita a questa rubrica maschile di RiccioCapriccio.

In particolare abbiamo trovato esilarante il suo decalogo di difficoltà per chi ha intrapreso la "hairy way of life"; si intitola Prova a farlo tu con questa barba! 

Dopo un breve cappello introduttivo dentro al quale Nicola racconta cosa lo ha spinto a vivere una vita insieme alla sua barba e di tutti gli sfottò - a volte bonari, alle volte pedanti - in cui incorre il sano portatore di barba (propria, mica d'altri), parte un elenco divertentissimo di piccole sfide quotidiane che vogliamo condividere con voi che ci leggete, con i nostri clienti barba-muniti, ma anche e soprattutto con chi della barba non vuole proprio saperne.

Tra le difficoltà più degne di nota abbiamo...

  1. mangiare un cono gelato. Meglio la coppetta con il cucchiaino oppure un cono gelato in casa con una doccia a portata di… mento
  2. strappare dello scotch con la bocca. Il nastro adesivo ai lati della bocca tenderà ad appiccicarsi ai peli e a farvi una ceretta casalinga
  3. convincere la gente che qualsiasi altro uomo con la barba non è né amico né fratello
  4. cercare passare inosservatose non a una convention di barbuti o a Pitti Uomo

Vi consigliamo di leggere il resto qui e ci auguriamo che vogliate farvi crescere presto una super barba come quella di Nicola. Le barbe sono belle!

Blanca Shoes: comfort e colore a Roma

Avete notato che da qualche giorno sugli scaffali di Riccio, in mezzo a tutte le nostre pozioni magiche, potete trovare anche delle scarpe coloratissime? Bene, sono le scarpe artigianali - e pop da morire - di Blanca Shoes. Oggi ve ne parliamo per Riccio Recommends.

Nasce tutto nel 2008 a Bologna con il marchio Aurarossa, che dava la firma a calzature raffinate, per donne sofisticate ma anche molto dinamiche (quelle che sì, vogliono stare comode, ma non dentro a un paio di ciabattoni di cuoio e canapa). La scarpa Aurarossa è interamente artigianale, viene progettata, disegnata e realizzata da maestri calzolai italiani sotto la guida innovativa dei fondatori del marchio. L'utilizzo esclusivo di materiali e pellami di alta qualità rende ogni modello comodo e unico. 

"Qualche anno fa, camminando per le storiche vie di quella splendida città che è Bologna, piene di boutique e negozi di artigianato, mi imbattei in un negozio di scarpe dove i miei occhi furono totalmente stregati da modelli colorati, raffinati e audaci. Uscii dal negozio con tre paia di scarpe e da quella volta ne diventai cliente abituale", si racconta così Carol, la fondatrice di Blanca Shoes. "Due anni fa presa dalla voglia di realizzare uno dei miei grandi sogni, aprire un negozio di scarpe, mi balenò in testa l'idea di portare Aurarossa a Roma. L'idea piano piano diventò un progetto in cui credere e così finalmente, a maggio di quest'anno, io e mia cugina Marta abbiamo realizzato quel negozio che trabocca colori di cui andiamo tanto fiere".

Trovate il negozio di Carol e Marta a Roma in Via Veio 25 e le Blanca Shoes sono anche su Instagram. Nella galleria qui sotto, qualche modello di cui ci siamo innamorati noi di Riccio. Fate shopping, che fa bene!

Pretty Little Liars. Quattro adorabili bugiarde e tamarre

Dal 2010 il fantastico canale Abc family ci regala gioie inenarrabili trasmettendo Pretty Little Liars che Wikipedia definisce teneramente un teen drama mistery thriller. Certo. Sarebbe bastato un bel "WTF" per racchiudere tutti i generi, ma tant’è.

Le rincoglionite bugiarde del titolo sono 4 ragazzine (ormai centenarie, ovviamente) di Rosewood, fantomatica città a due passi da Philadelphia in cui ogni due per tre viene ucciso/stalkerato/torturato qualcuno ma tutti son tranquilli perché cioè raga quanto mistero quanto soppiatto mammamia.

Oltre a tentare con risultati pessimi di arrivare vive a fine puntata, le nostre eroine Spencer, Aria, Emily e Hannah si vestono, appunto per non dare nell’occhio, in maniera davvero ma DAVVERO improbabile. Pagine e pagine di Tumblr e dell’internet sono cosparse degli outfits imbarazzanti delle ragazze più sfigate della Pennsylvania. Gente che si è presentata a funerali vestita come se dovesse andare ad un festino sadomaso. L’esperienza insomma.

Indimenticabile il tubino rosso in latex + tacco 15 di una Aria 15enne che in un caldo pomeriggio primaverile andava col suo prof/amante ad una mostra d’arte. E che ci vogliamo scordare la sua gonna fatta di cravatte? No. Io non dimentico. Come è abbastanza unforgettable lo stile da educanda delle prime stagioni di Spencer, tutta Burberry e gilet.

Forse, ma solo forse, in confronto alle due di cui sopra e ad Hanna che è tutt’un abominio di vestiti da cessa, l’unica che spicca in sobrietà è la Sporty Spice de nos otros Emily. La strabona Shay Mitchell che è talmente perfetta che le puoi mettere addosso pure robe tragiche, tanto lei è così e che je frega.

Ah, tra i mille siti di outfit ci sono anche quelli che ti spiegano come vestirti come loro. Ecco, gente, evitiamo.


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How to: Come mettere le ciglia finte

Terrazza. Seduta ad un tavolino sciabbi scic adornato da meravigliose peonie, un mojito freschissimo davanti, quello nel barattolo della conserva, il vestitino nuovo che ti sta benissimo, una leggera felicità.

Poi arriva lui: un manzo di un metro e ottanta, camicia, zero sandali. Sfoderi il tuo sguardo killer e lui che fa? Ride. Ride forte, forte. E tu ti accorgi che le tue ciglia finte, quelle che hai scelto con tanto amore, si sono staccate per metà, effetto ventaglio di cartone della Madonna di Pompei ammazzato dal vento.

Amica, è successo a tutte. Ce la puoi fare, ti aiuto io!

Questa volta ci mettiamo le ciglia finte per bene.

Cosa ti serve:

-       un paio di ciglia finte di tuo gusto (naturali, drammatiche, exaggerate),

-       colla DUO (compra questa e diffida delle altre, ascolta la saggia donna che scrive),

-       un piegaciglia (il mio preferito è questo, cercane uno che si adatti alla forma del tuo occhio, è importante),

-       un bastoncino di legno (quelli per la manicure vanno benissimo),

-       un paio di forbicine,

-       un paio di pinzette per sopracciglia,

-       uno specchietto,

-       matita per occhi e mascara.

Mossa n.1

Prendi le misure. Se le ciglia finte sono troppo grandi per il tuo occhio, tagliane le estremità con delle forbicine.

Mossa n.2

Prendi il piegaciglia e incurva le tue naturali. Non fare troppa pressione. La curvatura ti aiuterà a fare aderire meglio le ciglia finte.

Mossa n.3

Solleva con delicatezza le ciglia finte usando la pinzetta.

Mossa n.4

Distribuisci un filo di colla lungo il perimetro delle ciglia. Attendi un minuto prima di avvicinarle agli occhi.

Mossa n.5

Appoggia delicatamente le ciglia finte lungo il bordo delle tue naturali partendo dal centro. Aiutandoti con il bastoncino, falle aderire alla parte restante dell’occhio. Verifica che le ciglia siano in linea tenendo lo specchietto in basso.

Mossa n.6

Bene, le hai incollate! Adesso rifinisci il bordo dell’occhio con una matita, meglio se del colore delle ciglia finte, per evitare l’antiestetico stacco. La matita si sfuma con più facilità rispetto all’eyeliner, qui siamo tra impedite, oh!

Mossa n.7

Applica il mascara cercando di far aderire il più possibile le tue ciglia naturali con quelle finte, muovendo lo scovolino in entrambi i sensi, prima dall’alto, poi dal basso.

Ci siamo: adesso sei libera di scerbiattare in tutti i luoghi e in tutti i laghi!


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Le app anti Uber dedicate alle donne

Le molestie alle donne sulle macchine di Uber da parte dei guidatori sono un problema. Anche le molestie alle donne fuori dalle macchine di Uber e di Lyft, suo concorrente sono un problema. (I tassisti italiani invece hanno un problema proprio con Uber.)

Così negli Stati Uniti sono nate prima SheTaxis, a New York, SafeHer, nella zona di Boston e SeeJaneGo, nella zona di Los Angeles, tre app di trasporto privato dedicato esclusivamente alle donne, con guidatrici donne e passeggere donne. Gli uomini saranno ammessi ma solo accompagnati. Ogni guidatrice avrà un controllo multiplo basato controllo dei precedenti penali e automobilistici e un sistema di rating.

Ma c'è chi, nel caso di SafeHer, ha gridato alla discriminazione sessuale, almeno seguendo le leggi del Massachusettes. Sembra assurdo che si arrivi a questo, tutto questo.

“Vogliamo sottolineare che le donne, per la natura stessa della sharing economy, sono state fondamentalmente escluse.” ha dichiarato William Jordan ”Questa è un'opportunità per partecipare alla gig economy. Stiamo creando una comunità di donne che aiutano altre donne a raggiungere degli obiettivi, sia privati che professionali".


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di Antonia Caruso

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MOMO: idratazione massima anche in estate

Amica, in estate i tuoi capelli sono crespi e aridi come cactus? Vieni da Riccio e lasciati coccolare dalle note fruttate di MOMO Hair Potion di Davines.

La sua formulazione leave-on è caratterizzata da una texture setosa ed è indicata per idratare in profondità tutti i capelli che ne hanno bisogno. Non appesantisce, dona idratazione, lasciando i capelli morbidi e lucenti.

A base di melone giallo Cartucciaru da presidio Slow Food, MOMO è anche shampoo e conditioner; usali per un trattamento idratante completo, fresco, rigenerante, vitaminico e perfetto durante l'estate, quando i tuoi capelli hanno più bisogno di acqua e sali minerali.

Clicca qui per scoprire tutto sulla linea #MOMO di Davines!

Il Club delle Impedite: un ultimo con-turbante appuntamento

Con la riunione di ieri sera, Il Club delle Impedite ha salutato tutte le sue adepte con un augurio: che l'estate arrivi e senza alcuna paura della ricrescita! 

La serata dedicata al turbante è stata senza alcun dubbio la più folle e spumeggiante della stagione, vi siete cimentate in creazioni di altissimo livello, superato difficoltà e calura estreme. E sapete una cosa? Eravate bellissime. Tutte quante, nessuna esclusa. 

Ci piace pensare di essere riusciti ad accompagnarvi in un piccolo percorso: con Claudia D'Angelo alla guida, vi abbiamo portato agli aperitivi imbarazzanti, ai primi appuntamenti galanti, alle serate in discoteca, agli incontri di lavoro, ai matrimoni... e con l'affetto divertito di un'amica che vi guarda camminare per la prima volta su dei tacchi troppo alti per voi, vi abbiamo ammirate riuscire ancora una volta ad essere assolutamente favolose.

La reginetta incoronata di ieri sera non poteva che essere quella maldestra di Vilma a.k.a. Villy, ma dovere di cronaca ci impone di dire che si è guadagnata il suo diadema con grande sforzo, combattendo duramente contro una Zia Assunta agguerritissima e una Marcy tutt'altro che abile.

Ora siete tutte diplomate in Impacciataggine e Soluzioni Applicate. A ottobre ricominciano i corsi del Club delle Impedite da RiccioCapriccio e abbiamo già in serbo per voi grandi sorprese. Per ora godetevi il sole, il mare e i vostri splendidi turbanti. Ci rivediamo in autunno!

Grazie. :)

One Tree Hill. Del basket chissenefrega, ma quanta bellezza

Su Rai2, tanti anni orsono, andava in onda una serie tv bellliiissima con uno dei personaggi meglio scritti di sempre: Brooke Davis.

A Tree Hill la gente si vestiva tendenzialmente molto male, soprattutto la povera svantaggiata Hailey che inspiegabilmente è finita a sposarsi quello gnocco di Nathan. La gente ancora a giro si chiede “in che senso?”, visto che lei osava uscire di casa coi poncho di lana e delle scarpe che manco quelle ortopediche erano così antiestestiche.

Peyton, in compenso, era una cifra triste e già che c’era lo esternava con i suoi vestiti neri, le sue giacche di pelle e i suoi disegni tanto tanto macabri. Tanto disagio, tanti problemi, ma quanto era bona mannaggia a lei.

Certo, mai quanto Brooke che, se nelle prime stagioni andava in giro vestita da vacca e si faceva trovare nuda nelle macchine dei compagni di classe (Brooke io ti amo, ci hai insegnato tanto nella vita), nelle ultime era diventata un donnino per bene con la sua linea di moda favolosa e quasi elegante.

Poi beh, c’erano gli uomini. Nathan, come già detto, era molto notevole. Ma pure Lucas, tenebroso e noioso quanto basta, faceva la sua porchissima figura coi vestiti da povero che gli davano in dote. INDIMENTICABILE la scena del pilot in cui lui viene quasi investito dalla macchina di Peyton mentre passa con quella felpa grigia con cappuccio che ha fatto storia.

Belli, e bravi, TUTTI.

(Tranne Mouth. Lui porello proprio no.)


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