Il 4 dicembre l'ormai celeberrimo Club Delle Impedite si è riunito ancora! Venti giovani e titubanti donzelle, aiutate dal nostro valoroso staff, hanno imparato a realizzare la ponytail perfetta (per i giorni in cui lo shampoo non vi è amico), a intrecciare come se non ci fosse un domani e a scegliere il colore di rossetto più intonato alla loro carnagione.Un aperitivo a metà fra un pigiama party e una chiacchierata con le amiche, fra risate, nuvole di lacca, tantissime domande e prove divertentissime e disastrose. La Regina delle Impedite per questa serata è stata Nadia che sfoggiava fiera la sua coroncina di marabù e lustrini, perché la sobrietà è tutto. Grazie per aver partecipato e per aver reso speciale questo evento. Seguiteci: ce ne saranno ancora. Alla prossima Club delle Impedite!
Nora Ephron, Il collo mi fa impazzire - Tormenti e beatitudini dell'essere donna
#checosastoleggendo
Essere donne è bellissimo. Tranne che per il collo.
Nora Ephron Il collo mi fa impazzire, tormenti e beatitudini dell'essere donna Feltrinelli pag. 129 euro 8,00
Comunque, questo è il punto: c'è una ragione per cui i quaranta, i cinquanta e i sessanta non hanno più l'aspetto di una volta, e non è per via del femminismo, o di una vita migliore grazie all'esercizio fisico. E' per via della tinta. Negli anni cinquanta, solo il sette per cento delle donne americane si tingeva i capelli; oggi ci sono zone di Manhattan e Los Angeles in cui non esistono donne coi capelli grigi. (Una volta, qualche anno fa, andai a Le Cirque, un famoso ristorante di New York, a un pranzo in onore di una certa Jean Harris, appena uscita di prigione dopo aver scontato una condanna di dodici anni, per aver ucciso il suo amante dietologo, ed era l'unica donna coi capelli grigi in tutto il ristorante.) La tinta per capelli ha cambiato tutto, ma non le viene mai riconosciuto alcun merito. E' l'arma più potente che le donne di una certa età hanno per combattere la cultura della giovinezza, e poiché riesce sul serio a fermare l'orologio (per lo meno per quel che riguarda i capelli), rende le donne più aperte a procedimenti più drastici (come il lifting facciale). Posso dimostrare che la tinta è, almeno parzialmente, responsabile del considerevole numero di donne che entrano (e riescono a rimanere) nel mercato del lavoro nella mezza età e nella tarda mezza età, ma anche di svariati trend della moda. Per esempio è una delle ragioni per cui le donne non portano più il cappello, ed è la ragione principale per cui tutte le donne che conosco hanno un armadio pieno di abiti neri. Provate a pensarci. Cinquant'anni fa, le donne di una certa età non si vestivano quasi mai di nero. Il nero era per le vedove, e più precisamente per le vedove di guerra italiane, e persino Gloria Steinem ammetterebbe che la tipica vedova di guerra italiana ti faceva pensare che i sessanta fossero i nuovi settantacinque. Se hai i capelli grigi il nero ti fa sembrare non solo più vecchia, ma anche più triste. Ma il nero sta divinamente alle donne mature coi capelli scuri - tanto che anche le donne più giovani coi capelli scuri adesso lo portano. E anche le bionde. Tutte le donne di L.A. portano il nero. Quasi tutte vestono di nero - a eccezione delle conduttrici del tg, le senatrici degli Stati Uniti, e le residenti del Texas, e devo dire che mi spiace per loro. Insomma, il nero ti semplifica talmente la vita! Tutto va d'accordo col nero, soprattutto il nero.
Bio (New York, 1941-2012) Scrittrice, attrice e regista, è nota soprattutto come sceneggiatrice e ha avuto tre nomination agli Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Ha scritto tra l'altro le sceneggiature di Silkwood, Affari di cuore, Harry ti presento Sally.
The Beauty Salon Party: il compleanno di Allegra
Ve li ricordate i vostri compleanni di dodici anni?Le amiche di scuola, qualche tramezzino, le patatine stantie, la musica dei fratelli più grandi e un sacco di timidezza. Il novanta per cento delle volte si finiva la festa in bagno a piangere perché nulla era stato come volevamo. Dodici anni è un traguardo importante. Non sei più una bambina: sai già cosa ti piace, hai la testa piena di sogni bellissimi e tutti realizzabili, tantissima strada davanti a te. Perché non festeggiare allora questo compleanno così speciale con un Beauty Salon Party? Chiara, la mamma di Allegra, ha scelto di regalarle una festa bellissima da RiccioCapriccio: un buffet creato su misura con spuntini buonissimi, sani e bio, fatti a mano. Il nostro staff ha pensato ad una playlist dedicata, a piccoli tutorial di trucco e parrucco, manicure coloratissime, ciocche di capelli rosa e tanti, tantissimi boccoli!
Nella galleria le foto ricordo di questa splendida serata: tanti auguri Allegra!
[Se anche tu vuoi festeggiare il tuo compleanno qui da noi scrivi a info@ricciocapriccio.com.]
Club Delle Impedite part #1: come ti acconcio e ti trucco in cinque minuti
Ieri, 30 ottobre 2014, è iniziata un'era: quella del Club Delle Impedite!Venti splendide e incapaci ragazze si sono cimentate nell'arte del trucco e del parrucco, aiutate dalle lezioni del nostro staff. Abbiamo svelato piccoli segreti sull'asciugatura del riccio perfetto, realizzato acconciature trasformiste per il giorno e per la sera e il make up da adottare per ogni occasione. Un aperitivo a metà fra un pigiama party e una chiacchierata con le amiche, fra risate, nuvole di lacca, domande sull'Effetto Beyoncé e appunti furiosamente scritti su un taccuino. La Regina delle Impedite per questa serata è stata Cristina che sfoggiava fiera la sua coroncina. Grazie a tutte per aver partecipato e per aver reso speciale questo evento. Seguiteci: ce ne saranno ancora. Alla prossima Club delle Impedite!
Posizioni scomode
Cara Gaja,ti seguo da un po' su FB e ho deciso di raccontarti questa mia esperienza. Molti anni fa c'era un uomo che mi ha fatto una corte spietata. Ci provava in continuazione, insisteva malgrado i miei rifiuti, non mi lasciava stare mai. Alla fine ho deciso. Gli ho detto: Va bene, se proprio vuoi. Ma la posizione la scelgo io. E così ho fatto: mi sono messa sdraiata sul letto, prona e mentre lui faceva tutto quello che doveva fare io mi sono messa a leggere un libro. Dici che sono stata offensiva? Però poi lui mi ha lasciato stare.
G.L.
Cara G. L., E io che ne so se sei stata offensiva? Lui si è lamentato? Per quanto ti riguarda, spero che almeno il libro sia stato interessante. Oddio, a pensarci bene, questa tua lettera potrebbe essere di grande incentivo alla lettura. Bisognerebbe farla circolare presso gli uffici stampa delle case editrici. «Stanche? Annoiate dal sesso con il vostro partner? Leggete un buon libro mentre lui si soddisfa i sensi».
Non oso chiederti se ora hai una relazione. Lasciamo stare e caliamo un libro pietoso. Baci
Gaja
Cambio stagione, il Mercatino dell'usato
Vi svegliate al mattino, aprite l'armadio e pensate: "Non ho niente da mettermi?"Questa è l'occasione giusta per dare una rinfrescata al vostro guardaroba.
Sabato 25 e domenica 26 Ottobre in via di San Damaso, 34 c'è Cambio Stagione, il Mercatino dell'usato con pezzi unici e prezzi anticrisi! Sabato dalle 15 alle 20 e domenica dalle 11 alle 20 potrete fare shopping con le amiche, bere un drink e ascoltare buona musica: il modo migliore per trascorrere questo freddo e luminoso weekend.
Buon divertimento!
Joan Didion, L'anno del pensiero magico.
#checosastoleggendo
Cosa decide il cuore quando perdiamo qualcuno che abbiamo amato più di noi stessi?
Joan Didion L'anno del pensiero magico Il Saggiatore Pag. 218 euro 9,00
A grandi linee. Adesso, mentre comincio a scrivere queste cose, è il pomeriggio del 4 ottobre 2004. Nove mesi e cinque giorni fa, verso le nove di sera del 30 dicembre 2003, mio marito, John Gregory Dunne, parve subire (o subì), al tavolo del soggiorno del nostro appartamento di New York intorno al quale ci eravamo appena seduti per cenare, un improvviso evento coronarico massivo che ne causò la morte. La nostra unica figlia, Quintana, aveva passato le cinque notti precedenti priva di sensi nel reparto di terapia intensiva della Singer Division del Beth Israel Medical Center, allora un ospedale dell'East End Avenue (è stato chiuso nell'agosto 2004) più comunemente noto come "Beth Israel North" o "il vecchio Doctors' Hospital", dove quella che era parsa una forma influenzale decembrina tanto grave da costringerla a recarsi al pronto soccorso la mattina di Natale era sfociata in polmonite e shock settico. Questo è il mio tentativo di raccapezzarmi nel periodo che seguì, settimane e poi mesi che cambiarono ogni idea preconcetta che io avessi mai avuto sulla morte, sulla malattia, sul calcolo delle probabilità, sulla fortuna e sulla sfortuna, sul matrimonio e sui figli e sulla memoria, sul dolore, sui modi in cui la gente affronta o non affronta il fatto che la vita finisce, sulla fragilità dell'equilibrio mentale, sulla vita stessa. Ho fatto la scrittrice per tutta la vita. Come scrittrice, anche da ragazzina, molto tempo prima che quello che scrivevo cominciasse a essere pubblicato, a poco a poco mi formai l'idea che il significato stesso fosse insito nel ritmo delle parole, delle frasi e dei paragrafi, una tecnica per nascondere quello che pensavo o che credevo, qualunque cosa fosse, sotto una vernice sempre più impenetrabile. Io sono, o sono diventata, il mio modo di scrivere, ma questo è un caso in cui al posto delle parole e dei loro ritmi avrei voluto una sala di montaggio, attrezzata con Avid, un sistema di editing digitale sul quale potrei toccare un tasto e distruggere la sequenza temporale, mostrarvi simultaneamente tutte le inquadrature della memoria che mi vengono in mente, lasciarvi scegliere le riprese, le espressioni leggermente diverse, le varie letture delle stesse battute. Questo è un caso in cui per trovare il significato mi serve qualcosa di più delle parole. Questo è un caso in cui mi serve tutto ciò che io credo o ritengo penetrabile, se non altro per me stessa.
Bio Joan Didion è nata in California nel 1934 e vive a New York. Giornalista, scrittrice e sceneggiatrice, ha pubblicato romanzi e libri di saggistica. Scrive per il New Yorker e la New York Review of Books. L'anno del pensiero magico è vincitore del National Book Award del 2005.
Non sono un tipo focoso
[Questa è l'ultima e-mail giunta all'indirizzo scriviagaja@gmail.com prima della chiusura estiva.La pubblico solo ora scusandomi con la mittente.]
Cara Gaja, ti seguo sempre su Facebook, e dalla firma saprai certamente chi sono, però preferirei che il mio nome non comparisse. L'estate scorsa sono andata con il mio fidanzato (stiamo insieme solo da un paio di mesi) in vacanza in Norvegia. La prima sera, dopo esserci messi a letto, lui ha cominciato a russare. Io mi sono avvicinata per svegliarlo e cercare di capire se invece di dormire si potesse fare qualcos'altro. Lui si è svegliato e mi ha detto: "Sono stanco. E poi lo sai che io non sono un tipo focoso". Si è girato dall'altra parte e si è riaddormentato. Secondo te che devo fare?
Cara amica, "non sono un tipo focoso" è una frase che potrebbe reggere se il tuo fidanzato avesse tra i settanta e gli ottant'anni. Ma, conoscendoti, ne avrà al massimo trenta. Sarà stata forse la Norvegia a congelargli i bollenti spiriti? Non credo. Nel dubbio, ti consiglio di buttarti anima, ma soprattutto corpo, tra le sacre fiamme della passione. Tradotto: cerchetene uno che te rivòrti come 'n pedalino. Ti abbraccio con affetto. In bocca al fuoco.
Gaja
Davines Essential Haircare: la natura fra i tuoi capelli
Ci sono tanti motivi per cui abbiamo scelto di lavorare con Davines: uno di questi è l'attenzione che riserva all'ambiente.Siamo lieti di presentarvi la nuova linea di shampoo e conditioner Essential Haircare che offre il perfetto equilibrio verso la performance e verso la natura. Ogni famiglia contiene uno specifico ingrediente attivo proveniente da un presidio Slow Food dietro al quale c’è la storia, il viso e il nome di chi lo ha coltivato con cura e passione. Gli shampoo sono formulati con tensioattivi delicati che rispettano il capello e non contengono solfati e parabeni. Ciascuna famiglia di Essential Haircare ha una specifica proprietà: nutrimento, idratazione, volume, lucentezza, protezione, elasticità, disciplina, delicatezza quotidiana. Il packaging è realizzato con la minima quantità di plastica ad uso alimentare: le confezioni possono essere così riusate. E' prodotta con energia interamente ottenuta da fonti rinnovabili. Trovi Minu, NouNou, Momo, Dede, Love, Solu, Melu e Volu da RiccioCapriccio: sapremo consigliarti la linea giusta per i tuoi capelli!
Non sono quel tipo di ragazza, Lena Dunham
#checosastoleggendo
"Sono una ragazza mossa dalla brama di avere tutto, e le pagine che seguono sono dispacci pieni di speranza dalla trincea di questa battaglia."
Lena Dunham Non sono quel tipo di ragazza Sperling & Kupfer Pag. 263 euro 16,90
Ho vent'anni e mi odio. I capelli, la faccia, la pancia sporgente. La mia vocina tremolante e le poesie sdolcinate. Il fatto che i miei genitori, per rivolgersi a me, usino un tono leggermente più alto di quello che usano con mia sorella, come se fossi un funzionario pubblico che ha dato di matto e, se messa sotto pressione, potessi far esplodere gli ostaggi che tengo legati nello scantinato. Dissimulo tanta ostilità attraverso una sorta di autoaccettazione aggressiva. Mi tingo i capelli di un punto di giallo catarifrangente, tagliandoli corti in alto e ai lati e lasciandoli lunghi dietro, ispirata più dalle foto di ragazze madri degli anni Ottanta che da qualsiasi moda del momento. Mi vesto di spandex di colori fluo che mi fascia in tutti i punti meno opportuni. Io e mia madre abbiamo avuto una lite furibonda, una volta, quando per andare in Vaticano ho scelto di indossare leggings rosa e una maglietta che lasciava l'ombelico scoperto, con le banane stampate sopra, facendo strabuzzare gli occhi ai devoti turisti che poi distoglievano subito lo sguardo. [...] Faccio schifo. Finirò in una casa di cura entro i ventinove anni. Non concluderò mai un tubo. Eppure, se mi incontraste ad una festa non lo direste mai. In mezzo alla gente sono immancabilmente gioiosa, tutta in tiro con abiti da sera presi nei negozi dell'usato e le unghie finte, in perenne lotta contro il sonno indotto dai 350 milligrammi di farmaco che prendo tutte le sere.
Bio Lena Dunham è la creatrice di Girls, la serie tv HBO acclamata dalla critica, della quale è anche produttrice esecutiva, sceneggiatrice, regista e protagonista. Per Girls ha vinto due Golden Globe, incluso quello per migliore attrice. Dunham ha anche scritto e diretto due lungometraggi e collabora spesso con il New Yorker. Vive e lavora a Brooklyn.
Tommaso Giagni, L'estraneo
#checosastoleggendo
"Io sono un estraneo: sono tutto e sono niente". L'esilio di un ragazzo di oggi dalla Roma bene alle periferie degli anni Zero.
Tommaso Giagni L'estraneo Einaudi Stile libero Pag. 150 euro 14,50
Nella corsia intermedia del Grande Raccordo Anulare, mi scintillano le lacrime contro le luci delle auto, quando mi sorpassano a sinistra per accellerare o a destra per uscire nei loro quartieri. Per lasciarmi i pensieri dentro Roma ho bisogno di girarle attorno, e il ritmo perpetuo del traffico notturno mi funziona come la respirazione yoga per certi di classe mia. Ora che non ho più Alba da andare a prendere, posso venire qui ogni volta che mio padre - comunque malvolentieri- mi dà la Delta. Alba mi piaceva vederla spuntare sotto i palazzi Caltagirone e sapere che per quella sera non si sarebbe infreddata, anche se insisteva che le andava bene prendere il suo cinquantino come al solito. Tredici uscite, venti chilometri abbondanti, da dove sono cresciuto a dove sarei dovuto crescere: in questo mezz'anello mi riesce di piangere, per la vita che doveva essere
Bio Tommaso Giagni è nato a Roma, nel 1985. Ha partecipato a varie antologie, tra cui: Voi siete qui (minimum fax 2007), Il lavoro e i giorni (Ediesse 2008), Ogni maledetta domenica (minimum fax 2010). Questo è il suo primo romanzo.
Redo: la moda è un ingranaggio collettivo
Ognuna di noi nasconde dei segreti.Piccoli, grandi, silenziosi, serpeggiano nelle nostre vite e facciamo di tutto per tenerli lì, al sicuro. Parliamo di quegli scheletri che tenete nell'armadio o nel cassetto: quegli abiti che non indossate più perché la zip si è rotta, i pantaloni che sono troppo lunghi a cui non sapete fare l'orlo, le camicie con i bottoni spuntati che se le vedesse vostra madre smetterebbe di parlarvi. La soluzione? Un corso Do It Yourself di Redo, ovviamente! Redo Factory è l’esperienza di 5 giovani donne Simona, Alma, Martina, Alina e Angela con la passione per una moda etica, sostenibile e collettiva. Con lo sguardo sempre proiettato in avanti alla scoperta di nuove tecnologie puntano al recupero di antichi saperi sartoriali unendoli al rispetto dell’ambiente. L’impiego di materiali di recupero, l’attenzione alla filiera produttiva e la progettualità di prototipi unici e innovativi sono i punti di forza del collettivo che anima il laboratorio in Via Roberto de Nobili 15.Alla Garbatella vi aspetta quindi un laboratorio animato da stoffe, fili colorati, cartamodelli e libri, dove immergersi per trovare un abbigliamento originale e recuperare tempo per se stessi. Seguendo la filosofia della condivisione dei saperi ed il motto “la moda è un ingranaggio collettivo” organizziamo inoltre corsi, workshop, incontri, mostre ed eventi. Tre le lezioni, il 23 settembre, il 30 settembre, l'8 ottobre. Il costo dell'intero corso è di 50 euro materiali compresi e sarà tenuto da Alina, redoers sarta professionista. Ci sarà la possibilità di frequentarlo la mattina dalle 10,30 alle 12,30 oppure nel tardo pomeriggio in orario 18,30-20,30. Il corso è adatto a chi non ha mai utilizzato la macchina da cucire e vuole iniziare a modificare i propri abiti e sviluppare la propria capacità creativa.
Che aspettate? Per contattare Redo vi basterà cliccare qui.
Davines Naturaltech Energizing: vitalità per i vostri capelli
Donne moderne, uomini moderni,la vita vi mette a dura prova. Ogni giorno siete costretti a battervi per la sopravvivenza della specie, preparate pappine mollicce, stirate camicie, consegnate progetti di lavoro, accompagnate Giovanni all’asilo e Francesco a tiro con l’arco. Non avete mai tempo da dedicare a voi stessi con il risultato che siete sempre stanchi e stressati. I capelli risentono subito di questa condizione: sono spenti e sfibrati; ogni passaggio di spazzola diventa una tragedia. Per tornare ad avere una chioma superba, Davines ha creato Energizing della linea NaturalTech: shampoo, siero e lozione a base di caffeina fitoceutica. I prodotti agiscono direttamente sul cuoio capelluto, stimolano la crescita del capello, leniscono e rinfrescano. Da RiccioCapriccio potrete acquistare due prodotti di questa linea ad un prezzo estremamente vantaggioso: 59,00 euro per shampoo e siero; oppure se preferite la combo shampoo e lozione. Non solo: in omaggio per voi un fantastico porta tablet realizzato con materiali naturali. Che aspettate? Dite addio ai capelli fragili con Energizing!
#Instaboy e i matrimoni delle altre
Sabato sera sono andato al parco: no, non sono diventato di colpo un maniaco sessuale guardone ed esibizionista, una mia amica mi ha portato al Parco Nemorense, nel quartiere Trieste, dove per tutta l'estate c'è il Colour Park, una manifestazione gestita da giovani under 30 che offre ogni sera buona musica, arte e good drinks. Un posto davvero molto carino, un'atmosfera rilassante per combattere il caldo asfissiante di Roma nord e disintossicarsi dalla tamarreide diffusa che imperversa in tutta la capitale, senza però cadere nella tentazione radical-chic der Pigneto.
In quel luogo, due amici ci hanno annunciato le loro imminenti nozze per il prossimo anno. Una notizia meravigliosa che aspettavamo da un po':A) perché quei due ragazzi si amano per davvero e la loro felicità è la nostra, B) perché non vediamo l'ora di festeggiare e ridurci come Courtney Love negli anni '90 C) perché per l'orda di single del mio gruppo un matrimonio significa un'occasione irripetibile per rimorchiare.
Riportando il discorso ad un quadro sociologico e astratto, enucleiamo i motivi per cui noi single sfigati afflitti da zitellaggio-acuto-e- turbozoccolaggine-compulsiva andiamo ai matrimoni delle altre e sopportiamo la fatica insormontabile di un ennesima amica che si accasa prima di noi.
Ecco una lista di buoni motivi per andare al matrimonio di un'amica:
- Per rubare il marito alla sposa, - Per indossare abiti color lavanda, un colore inutilizzabile in altre occasioni mondane - Per sentirci, almeno una volta nella vita, Pippa Middlelton - Per sentirci, almeno una volta nella vita, Julia Roberts - Per vedere la nostra amica sposalizia con un'acconciatura floreale improbabile, con applicazione di piccoli banani e peperoncini in testa e boccoli alla Eleonora Brigliadori ad incorniciare il viso, - Per rivendicare falsamente la vostra emancipazione di donna autonoma che non ha bisogno di un uomo al suo fianco, anche se poi all'uomo sostituite il bourbon e il tavor, - Per rivendicare con orgoglio la nostra promiscuità sessuale agli occhi di un'altra ragazza che cade nella trappola della monogamia borghese e mainstream molto Cristina Parodi, - Per criticare e parlar male dell'acconciatura della sposa per il resto delle nostre vite, - Perché è da quando siete embrioni, anzi spermatozoi, che pianificate il vostro matrimonio ideal-tipico, - Per poter ballare single ladies come in Sex and the City 2, - Per sentirsi almeno una volta nella vita, Enzo Miccio, - Per vedere la sposa truccata come Anna Tatangelo, - Perchè amiamo Real Time e i suoi programmi sui wedding planner, - Per non dare a vedere che stiamo rosicando moltissimo, - Perchè il mio grosso grasso matrimonio gipsy è la nostra ragione da vita suprema, - Per limonare selvaggiamente sotto un tavolo un amico single o un cugino farfallone dello sposo, oppure per le più creative lo zio DILF della sposa, - Per sfoggiare acconciature impalcate che manco Renzo Piano avrebbe il coraggio di immaginare, - Perché con il calo dei matrimoni e l'assenza di politiche per la famiglia, bisogna celebrare la scelta di unirsi di due giovani precari, - Per immortalare l'outfit da meringa impazzita dell'amica impalmata, - Per rovinare la cerimonia con gaffe degne di Fantozzi, - Per avere un buon motivo per cui mettersi a dieta, - Per ubriacarsi come Whitney Houston durante una vacanza a Copacabana, - Per incontrare casualmente un ex di cui si sono perse le tracce nel 92, quando ancora si ascoltava Eros Ramazzotti e la cellulite era un problema delle altre, - Per assaporare l'ebbrezza di una cerimonia nuziale dato che morirete zitelle e gattare in un qualche sobborgo della periferia romana, - Per trovare un marito.
Dichiarazione d'amore agli uomini barbuti: Avere la barba
Amici barbuti,quanto ci piacete. Morbida, soffice, una specie di antistress naturale ad ogni carezza, la vostra barba ci fa innamorare. Se noi ci limitiamo ad amarvi, ragazzi dal pelo fluente, Alessandro Toso, Claudio Traina e Diego Santi hanno pensato a come coccolarvi. Il loro progetto, Avere la barba, nato per raccogliere storie di uomini tricologicamente avanzati, si è trasformato prima in un libro; poi in due prodotti che potrete usare per detergere e curare il folto bosco peluto del vostro volto. Shampoo e olio per barba, a base di radicchio e girasole, naturali e made in Italy, creati in collaborazione con la famiglia Lorenzin, gli Artigiani del capello, renderanno felici voi ma soprattutto noi. Sul sito troverete anche i consigli dell'esperto su come curare al meglio la vostra barba. Il desiderio di Rugiada e Respiro vi tormenta? Li trovate qui.
[Nella galleria alcuni buoni, BUONISSIMI motivi per cui amiamo gli uomini con la barba]
#Checosastoleggendo Summer Edition: i consigli dello staff di RiccioCapriccio.
Oggi un #checosastoleggendo diverso dal solito: lo staff di RiccioCapriccio vi consiglia un libro e una canzone per l'estate.
Alessandra: Il caso Eddy Belleguele di Louise Édouard, Bompiani
"Prima della rivolta contro il mondo della mia infanzia, è stato il mondo della mia infanzia a rivoltarsi contro di me."
Summer soundtrack: Love hangover, Diana Ross
Franco: Almost Blue di Carlo Lucarelli, Einaudi
"So che da ora in poi lei sarà quella musica e l'avrò in mente tutte le volte che la penserò o la sentirò parlare. E so che mi mancherebbe, se non potessi sentirla più."
Summer soundtrack: The flipside, Moloko
Barbara: Mi raccomando la frangia di Jill Vergottini, Add Editore
"Quando siete sedute davanti allo specchio, la persona che vi sta alle spalle deve conoscere bene la materia che gli affidate, i vostri capelli. Il resto è coreografia, quindi guardatevi alle spalle: in questo caso non in senso lato."
Summer soundtrack: Wannabe, Spice Girls
Ivan: I fiori del male, Charles Baudelaire, Feltrinelli
"Vieni dal cielo profondo o esci dall'abisso, Bellezza? Il tuo sguardo, divino e infernale, dispensa alla rinfusa il sollievo e il crimine, ed in questo puoi essere paragonata al vino."
Summer soundtrack: Guardia 82, Brunori Sas
Alice: Amore mio infinito di Aldo Nove, Einaudi
"E prima della fine dell’estate prima che mi venisse questo impossibile coraggio di baciarla prima di andare di sopra a fare le valigie prima di partire prima di leggere ‹‹Topolino›› prima di diventare grande prima di diventare comunista o democristiano prima di finire la scuola prima di andare a letto prima che qualcosa strapiena di sì scoppiasse pianissimo le ho detto, amore mio infinito.”
Summer soundtrack: Summertime sadness, Lana Del Rey
Susie: Fanny di Erica Jong, Bompiani
"Acquistar saggezza in questo mondo spesso significa tener chiusa la bocca e non tirar fuori quel che si sa se non al momento giusto."
Summer soundtrack: >Always look on the bright side of life, Monty Pyton
Cinzia: L'alchimista di Paulo Coehlo, Bompiani
"E quando tutti i giorni diventano uguali è perché non ci si accorge più delle cose belle che accadono nella vita ogniqualvolta il sole attraversa il cielo."
Summer soundtrack: Led Zeppelin, Whole lotta love
Tamara: Diario Notturno di Ennio Flaiano, Adelphi
"Per la verità non amo molto viaggiare. Tutti i miei viaggi li ho affrontati malvolentieri, la realtà dei nuovi paesi equivale a quella dei vecchi. Le città mai viste, arrivandoci, mi preoccupano anzi come vere e proprie persone che bisogna prima attentamente conoscere se non si vuole correre il rischio di legarvisi in un'amicizia inutile e precipitosa."
Summer soundtrack: Estate di Bruno Martino
#Instaboy e Tonika
L’estate romana è fatta di giovani ragazzi in canotte bianche e di ragazze impossessate dallo shatush. Al Gazometro sembra di essere tornati indietro nel tempo, nella provincia italiana del 1997: si fanno infatti le vasche. Come nel corso principale di un qualsiasi paesino della Sicilia orientale coppie annoiate, gruppetti di amici, comitive di borgatari fanno su e giù in cerca di qualcosa di indefinito. Una festa, un po’ di musica, una limonata low cost, una rissa, un posto di lavoro.Nella maggior parte dei casi i loro sogni si avverano: riescono a scambiarsi un numero di telefono, o almeno il contatto FB, con una studentessa di lettere moderne di Roma Tre.
Certo, ci si può anche divertire: per esempio il giovedì sera al Mavi Live, c’è la serata Tonika. Musica trash, hip hop, latina, r&b. C’è un palchetto in cui si improvvisano performance ad alto contenuto di favolosità. Aitanti personal trainers a torso nudo, ballerini di twerking, it girls della movida romana, attori emergenti: ci sono proprio tutti e tutti si sentono delle dive! Puoi vedere anche molti giovani mufloni eterosessuali, che probabilmente la domenica fanno gli ultras all’Olimpico, scatenarsi sulle note di Single Ladies come una qualsiasi sciampista terrona appena sbarcata per la finale di Amici.
E si divertono da matti. Perché non importa che tu sia etero o gay, di destra o di sinistra, romanista o laziale: ci sarà sempre una diva dentro di te che non vede l’ora di uscire fuori.
Fabio Bartolomei, Giulia 1300 e altri miracoli
#checosastoleggendo
Una Giulia 1300, un gruppo scalcinato di uomini alla ricerca di una vita nuova, un agriturismo multietnico: una storia tutta da divorare.
Fabio Bartolomei Giulia 1300 e altri miracoli Edizioni E/O tascabili Pag. 281 euro 9,50
Ad arrivare è una vecchia Giulia 1300 verde scuro. L’auto vista in un centinaio di film, guidata a turno da poliziotti o da criminali, si ferma nel cortile con a bordo quello che a prima vista pare un contadino. Dai finestrini semiaperti esce un brano di musica classica. Sembra un errore di montaggio tra immagini e audio, dalla macchina di quel tizio mi sarei aspettato un brano neomelodico o una tarantella. Dio come sono cambiati i contadini. Mi avvicino all’auto pensando di vedere alla guida un tipo tarchiato, rugoso, con occhiali avvolgenti, un vestito color nocciola e la camicia bianca con il colletto che straborda dalla giacca. Un po’ Merola un po’ Manero. L’uomo spegne la radio, esca dall’auto e chiude lo sportello. La radio si riaccende da sola e l’uomo la zittisce tirando un cazzotto sul cruscotto attraverso il finestrino aperto. Resta qualche secondo in guardia, con lo sguardo puntato sulla radio poi, quando si convince di averla tramortita, si volta verso di me. I due maschi alfa mi lanciano appena un’occhiata, poi tornano a sfidarsi con quello che resta della palizzata. Claudio invece scartavetra a testa bassa per non essere coinvolto nella noiosa pratica con il vicinato. Sorrido al vecchio contadino, pronto a rifiutare cortesemente una proposta di vendita di formaggi locali. L’uomo si avvicina con una cordialità un po’ troppo teatrale e mi stringe la mano. Da queste parti la Nivea non sanno nemmeno cosa sia, penso. «Siete nuovi ‘e ccà?» chiede il vecchio. «Si, arrivati da un paio di settimane. Lei è un vicino?». «O’ paese è piccerillo, ccà siamo tutti vicini. Vi state aprendo ‘attività?». Si guarda intorno con circospezione. «Si, un agriturismo…». «E li tenete tutti i permessi, sì?». Vuoi vedere che è un poliziotto in borghese. «Sì certo, manca solo il via libera dei vigili urbani, ma quello arriverà a lavori ultimati». «Chille non contano manc’o cazz’. I permessi si chiedono a chi conta». [...] «E chi conta?» chiedo. «Ce sta gente che campa ccà da cient’anne. Famiglie vecchie assaje». La parola “famiglie” mi mette i brividi. E all’improvviso ecco che quel vestito, che non riuscivo ad attribuire in nessun modo all’immagine di un contadino, nella mia testa inizia a comabaciare perfettamente con l’immagine di un camorrista.
Bio Fabio Bartolomei è nato nel 1967 a Roma, dove vive. Scrittore poliedrico, è un affermato pubblicitario e autore di sceneggiature. Nel 2004 ha vinto il Globo d’Oro con il cortometraggio Interno 9. Nel 2011 si è fatto conoscere dal pubblico dei lettori con il suo romanzo Giulia 1300 e altri miracoli. Insegna scrittura creativa. L’ultimo romanzo, pubblicato da Edizioni E/O è We are family, del 2014.
Riccio loves Nerina Fernandez
Ogni passo, movenza o sorriso di Nerina Fernandez denuncia bellezza e vita. E’ designer e grafica, ha creato copertine di dischi Sony, Virgin, Emi, lavorato con Achille Bonito Oliva e Mario Schifano, è stata art director del Villa Celimontana Musical Jazz Festival di Roma. Un grande amore su tutto però: la moda, dove la sua unica incursione curando i cataloghi della Andy Warhol by Cultura and Otitude Ed Ethic era stata di successo e di grande soddisfazione. Ecco perché oggi, volendo trovare un luogo dove creare arte Nerina sceglie i gioielli e lancia una linea da lei pensata e realizzata usando cuoio, argento e pietra lavica: forza, grazia e sensualità. - Da dove arriva la tua ispirazione?
Da tutto quello che guardo: un’opera d’arte contemporanea ad esempio o i capelli di qualcuno che passa per strada. Per i gioielli però la mia ispirazione passa per il toccare: sento al tatto i materiali e da lì parte nella mia testa il disegno.
- Che tipo di donne indossano i tuoi gioielli?
Persone a cui piace lasciare un segno, senza eccesso, con discrezione e autorevolezza. La mia musa è Sofia, mia figlia. E’ bellissima, decisa, raggiante, di temperamento. E’ la mia modella. È lei la prima ad indossare le mie creazioni. Tutte. Sempre.
- Conosci RiccioCapriccio Da 15 anni. Ricordi il vostro primo incontro?
Facevo la grafica per Annalisa Caruso e loro erano gli stylist delle modelle durante gli shooting fotografici. Ci siamo conosciuti sul set di Andy Warhol by Cultura ans Otitude Ed Ethic, io lavoravo ai loro cataloghi. Ci siamo divertiti moltissimo!
- Qual è il taglio e il colore di capelli che ti fanno sentire bellissima?
Corti, cortissimi, ancora meglio se rasati. Lunghezza massima mai avuta: un carrè. Il corto mi rende la vita più facile. Sogno da sempre colori sgargianti per la mia chioma: azzurro, celeste ma non ci ho mai provato, finisco per tirarmi sempre indietro. E’ il confronto con i miei figli che mi spaventa, il loro giudizio. Prima o poi lo farò, vedrai! [ride]
- Qual è la tua manutenzione di bellezza?
Del mascara non posso fare a meno. Per il resto ascolto la mia pelle e uso i prodotti quando ne sento il bisogno, per sentirmi meglio. Non amo il balsamo, per esempio, trovo che mi appesantisca i capelli. In ogni caso, preferisco prodotti molto naturali, senza troppe strutture, come i miei gioielli.
- Dove possiamo trovare le tue creazioni?
Sono nel mio negozio online su Etsy e poi a Roma in centro storico: da Lou Lou in via dei Banchi Vecchi e da Marta Rey in via del Moro. Cercatemi su Facebook, lì prendo i primi contatti con i clienti. Lavoro con loro, prima di tutto: cerco di leggerli, di intuirne i gusti e la personalità. Le creazioni devono essere in armonia con chi le indossa: è il mio lavoro e il mio piacere.
Piccola guida ai banconi da bar più famosi del mondo
Parigi, New York, Dublino, L'Avana, Venezia: se la meta delle vostre imminenti vacanze è una delle più famose e importanti città del mondo, sappiate che da qualche parte c'è un american bar assolutamente leggendario e che avrete l'occasione di farvi servire un cocktail indimenticabile in un luogo che non solo ha fatto la storia del bere miscelato, ma ha legato il suo nome e i suoi impeccabili drink a personaggi, storie e aneddoti di fama mondiale e intramontabile. PARIGI – La Closerie Des Lilas Per chi ama la cultura del buon bere miscelato con un compiacimento per il demodé paragonabile a quello di un giovane hypster per un paio di occhiali Rossignol dell'85, La Closerie è assolutamente imperdibile. Al suo bancone di Montparnasse si sono avvicendati negli anni alcuni tra i più grandi artisti di tutti i tempi: Cézanne, Picasso, Modigliani, Breton, Zola, Sartre, Fitzgerald, Miller, Man Ray e Dalì, ma nonostante questa incredibile ricchezza di avventori celebri, il personaggio che più di ogni altro viene associato al Des Lilas è Ernest Hemingway, impareggiabile accentratore di leggende legate all'alcol. Durante il soggiorno parigino negli anni '20 raccontato in Festa mobile, vi si recava spesso a scrivere, sorseggiando whisky e lamentando deprecabili interruzioni al suo lavoro: «Ciao Hem, Che cosa fai? Scrivi al caffè?», a cui rispondeva con la nota amabilità: «Senti. Un porco come te ha un sacco di posti dove andare. Perché devi venire qui ad impestare un caffè perbene?».
NEW YORK – The Algounquin Durante tutta la prima metà del 900 l'american bar di questo albergo della grande mela è stato un ricco crocevia di intellettuali e scrittori che si incontravano davanti a un cocktail per scambiare idee e opinioni letterarie. Merito del proprietario, Frank Case, che amava gli scrittori al punto di accordargli crediti talvolta anche piuttosto ingenti. Non a caso in questo paradiso dell'intuizione è stata ideata e fondata la celebre rivista “The New Yorker”. Ma Edmund Wilson, che sul New Yorker pubblicava stroncature feroci (celebri quelle a Agatha Christie, Lovecraft e Conan Doyle, che paragonò a un sonnifero) e che era spesso vittima di forti stati depressivi, al bancone dell'Algounquin si faceva servire un doppio Martini su doppio Bourbon e sedeva sempre da solo.
DUBLINO – Branzen Head Ricavato da una taverna del 1198 è ufficialmente il più antico pub irlandese, tanto che leggenda vuole che persino Robin Hood si sia fermato a bere qui. Molto amato da artisti e scrittori, fu frequentato da Johnatan Swift (che lo considerava una seconda casa) e da James Joyce che lo cita nell'Ulisse: «Puoi trovare una sistemazione decente al Brazen Head». Ma se c'è qualcuno che ha letteralmente consumato la propria vita al bancone di questo celebre pub, è lo scrittore e drammaturgo Brendan Behan, che prima di morire a 41 anni per conseguenze dell'alcolismo, si definì un «drinker with writing problems».
L'AVANA – Il Floridita Non solo il più longevo bar cubano (aperto nel 1817), ma anche uno dei 7 banconi più famosi del mondo secondo la rivista Esquire nel 1953. Qui Graham Greene amava sorseggiare rum che profumavano «di legno di barca, di viaggio per mare». Tuttavia, nonostante abbia inserito il Floridita tra i motivi imprescindibili per visitare Cuba, ne Il nostro agente all'Avana Greene fotografa perfettamente il bevitore tipo facendo vagabondare i suoi personaggi da un bar all'altro, perché, come spiega il formidabile Dr. Hasselbacher: «Quando uno è incapace di cambiare bar, è segno di vecchiaia». Qui potrete degustare uno dei migliori Daiquiri del mondo sedendo accanto a Ernest Hemingway, a cui il Floridita ha dedicato una statua e una targa con la celeberrima frase dello scrittore americano: "Mi mojito en La Bodeguita, mi daiquiri en El Floridita".
VENEZIA – Harry's Bar Più che un bar, una leggenda: fondata da Giuseppe Cipriani nel 1931, questa sofisticata cattedrale del bere miscelato vanta una lunga lista di frequentatori celebri, tra i quali Orson Wells, Alfred Hitchcock, Charlie Chaplin, il solito Hemingway e Truman Capote, che vi prese “residenza” durante una serie di viaggi in Yugoslavia dove si recò per uno dei suoi reportage. Capote si innamorò dell'Harry's, al bancone del quale tornava continuamente per ordinare un piccolo sandwich e una “pallottola d'argento”, coniando così la più brillante ed efficace definizione di sempre del Cocktail Martini. Se passate da Venezia non potete non passare dall'Harry's e non ordinare un drink che qui ha visto i suoi natali e oggi è (orgoglio bartending italiano) uno dei più celebri cocktail da aperitivo del mondo: il Bellini.
Se durante l'estate riuscirete a visitare uno di questi storici bar, tornate a raccontarci la vostra esperienza, e soprattutto diteci se, mentre sorseggiavate il vostro cocktail in una di queste isole felici dell'arte della miscelazione, vi è apparso il fantasma di uno dei personaggi che hanno contribuito a costruirne la leggenda, perché non ci stupirebbe scoprire che tra tanti posti del mondo in cui trascorrere l'eternità, abbiano scelto proprio uno di questi favolosi banconi da bar.