Piccola guida ai banconi da bar più famosi del mondo

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Parigi, New York, Dublino, L'Avana, Venezia: se la meta delle vostre imminenti vacanze è una delle più famose e importanti città del mondo, sappiate che da qualche parte c'è un american bar assolutamente leggendario e che avrete l'occasione di farvi servire un cocktail indimenticabile in un luogo che non solo ha fatto la storia del bere miscelato, ma ha legato il suo nome e i suoi impeccabili drink a personaggi, storie e aneddoti di fama mondiale e intramontabile. PARIGI – La Closerie Des Lilas Per chi ama la cultura del buon bere miscelato con un compiacimento per il demodé paragonabile a quello di un giovane hypster per un paio di occhiali Rossignol dell'85, La Closerie è assolutamente imperdibile. Al suo bancone di Montparnasse si sono avvicendati negli anni alcuni tra i più grandi artisti di tutti i tempi: Cézanne, Picasso, Modigliani, Breton, Zola, Sartre, Fitzgerald, Miller, Man Ray e Dalì, ma nonostante questa incredibile ricchezza di avventori celebri, il personaggio che più di ogni altro viene associato al Des Lilas è Ernest Hemingway, impareggiabile accentratore di leggende legate all'alcol. Durante il soggiorno parigino negli anni '20 raccontato in Festa mobile, vi si recava spesso a scrivere, sorseggiando whisky e lamentando deprecabili interruzioni al suo lavoro: «Ciao Hem, Che cosa fai? Scrivi al caffè?», a cui rispondeva con la nota amabilità: «Senti. Un porco come te ha un sacco di posti dove andare. Perché devi venire qui ad impestare un caffè perbene?».

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NEW YORK – The Algounquin Durante tutta la prima metà del 900 l'american bar di questo albergo della grande mela è stato un ricco crocevia di intellettuali e scrittori che si incontravano davanti a un cocktail per scambiare idee e opinioni letterarie. Merito del proprietario, Frank Case, che amava gli scrittori al punto di accordargli crediti talvolta anche piuttosto ingenti. Non a caso in questo paradiso dell'intuizione è stata ideata e fondata la celebre rivista “The New Yorker”. Ma Edmund Wilson, che sul New Yorker pubblicava stroncature feroci (celebri quelle a Agatha Christie, Lovecraft e Conan Doyle, che paragonò a un sonnifero) e che era spesso vittima di forti stati depressivi, al bancone dell'Algounquin si faceva servire un doppio Martini su doppio Bourbon e sedeva sempre da solo.

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DUBLINO – Branzen Head Ricavato da una taverna del 1198 è ufficialmente il più antico pub irlandese, tanto che leggenda vuole che persino Robin Hood si sia fermato a bere qui. Molto amato da artisti e scrittori, fu frequentato da Johnatan Swift (che lo considerava una seconda casa) e da James Joyce che lo cita nell'Ulisse: «Puoi trovare una sistemazione decente al Brazen Head». Ma se c'è qualcuno che ha letteralmente consumato la propria vita al bancone di questo celebre pub, è lo scrittore e drammaturgo Brendan Behan, che prima di morire a 41 anni per conseguenze dell'alcolismo, si definì un «drinker with writing problems».

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L'AVANA – Il Floridita Non solo il più longevo bar cubano (aperto nel 1817), ma anche uno dei 7 banconi più famosi del mondo secondo la rivista Esquire nel 1953. Qui Graham Greene amava sorseggiare rum che profumavano «di legno di barca, di viaggio per mare». Tuttavia, nonostante abbia inserito il Floridita tra i motivi imprescindibili per visitare Cuba, ne Il nostro agente all'Avana Greene fotografa perfettamente il bevitore tipo facendo vagabondare i suoi personaggi da un bar all'altro, perché, come spiega il formidabile Dr. Hasselbacher: «Quando uno è incapace di cambiare bar, è segno di vecchiaia». Qui potrete degustare uno dei migliori Daiquiri del mondo sedendo accanto a Ernest Hemingway, a cui il Floridita ha dedicato una statua e una targa con la celeberrima frase dello scrittore americano: "Mi mojito en La Bodeguita, mi daiquiri en El Floridita".

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VENEZIA – Harry's Bar Più che un bar, una leggenda: fondata da Giuseppe Cipriani nel 1931, questa sofisticata cattedrale del bere miscelato vanta una lunga lista di frequentatori celebri, tra i quali Orson Wells, Alfred Hitchcock, Charlie Chaplin, il solito Hemingway e Truman Capote, che vi prese “residenza” durante una serie di viaggi in Yugoslavia dove si recò per uno dei suoi reportage. Capote si innamorò dell'Harry's, al bancone del quale tornava continuamente per ordinare un piccolo sandwich e una “pallottola d'argento”, coniando così la più brillante ed efficace definizione di sempre del Cocktail Martini. Se passate da Venezia non potete non passare dall'Harry's e non ordinare un drink che qui ha visto i suoi natali e oggi è (orgoglio bartending italiano) uno dei più celebri cocktail da aperitivo del mondo: il Bellini.

Se durante l'estate riuscirete a visitare uno di questi storici bar, tornate a raccontarci la vostra esperienza, e soprattutto diteci se, mentre sorseggiavate il vostro cocktail in una di queste isole felici dell'arte della miscelazione, vi è apparso il fantasma di uno dei personaggi che hanno contribuito a costruirne la leggenda, perché non ci stupirebbe scoprire che tra tanti posti del mondo in cui trascorrere l'eternità, abbiano scelto proprio uno di questi favolosi banconi da bar.