Rimorchiare, evitando le curve più dure

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Torna “La posta del cuore e di altri organi vitali”. Torna anche per ribadire che è l’unica, vera, originale “Posta del cuore e di altri organi vitali”, parto della mia fantasia, fin dal titolo. Amici, e soprattutto, nuovi contatti di FB che vi appropriate di questa dicitura appiccicandola ai vostri blog e rubriche: abbiate almeno la buona creanza di citare chi l’ha creata. Certo, capisco che er genio fa gola a tutti. E de genio vero ce n’è poco in giro. LA POSTA DEL CUORE E DI ALTRI ORGANI VITALI È SOLO QUESTA. VANTIAMO INNUMEREVOLI TENTATIVI D’IMITAZIONE ma gli altri sono FINTI. E se vede. Carissima Gaja, inzomma, preso da un'immotivata inzicurezza, ho deciso de scrive 'ste du' righe a una che, secondo me, me po dà un par de consiji in fatto de questioni amorose. Il fatto è il seguente (perdona se a volte "italianizzo"): stavo fòri da un localetto, in una nota cittadina daa costa a sud de Roma e me scambio (penzo io), svariati sguardi co' 'sta tipa che fa a' cammeriera a un altro locale coi tavoli fòri. Già l'avevo vista altre vòrte ma a 'sta bòtta m'ha catturato, nun zò perché. Fatto sta che me dico "e mo' che cazzo faccio?". Nun ho fatto un cazzo, a serata è passata a buffo. Pensa che te ripensa (a quanto so' stato stronzo), gnente, aa fine ho deciso de fa il mediocre: cercalla su Fb e mannaje un messaggio (cosa che, te giuro Ga', nun ho mai fatto!). L'ho trovata. Dovresti vede' quant'è bella. Fa' a ballerina de operetta. In un par de foto m'ha fatto rigira' le mazze. Preso da una profonda seppur equilibrata ispirazione romantica, j'ho scritto che so' rimasto corpito, dii sguardi, daa bellezza, cazzi e mazzi, pur sapendo che lei potrebbe nun ave' capito pe' gnente chi fossi. Nun soddisfatto (sempre noo stesso messaggio), j'ho scritto 'na poesia de Antoine Pol, "Le Passanti", proprio perché, tu me inzegni, poteva esse 'na grande metàfa daa situazione. Dopo quarche ora, sta tipa m'arisponne che j'è piaciuto quello che j'ho scritto, l'ha trovato "carino" (grazie ar cazzo, dico io), ma proprio nun sa chi so'. Arché j'ho riscritto, ma meno romantico e più tranquillo, spiritoso, cazzone inzomma, facendo 'na descrizione de me stesso. M'ha risposto di nuovo (ma sempre un po' distaccata), che proprio noo sa chi ero quaa sera. Rottome li cojoni, j'ho scritto "vabbè dai, quanno torno da quee parti me vengo a presentà" (nun così ma il senzo è quesso). Nun m'ha risposto. A Ga', io là ce passo i uicchènd e domani sera ce rivado (salvo imprevisti), me presento e che cazzo je dico? Come me comporto? Inzomma, nun te vojo di' che c'ho l'anzia, ma 'sta tipa me piasce proprio e nun me vorei brucia'. Ahò, poi poesse pure che 'na vorta conosciuta è 'na rincojonita. Per favore aiutame Ga'! Grazie!

Paolo

P.s. Cara Gaja, ti seguo su Fb ma non siamo amici. Ho visto che hai aperto questo indirizzo mail proprio per i disagi di cui sopra. Come hai letto, avendone io uno, seppur gestibile, non ho resistito a scriverti, più che altro per conoscerti e "sfogarmi". Ti chiedo però la cortesia di non pubblicarlo sul blog, hai visto mai... Magari più in là, eventualmente, se la cosa si risolve. Colgo l'occasione per dirti che sei fantastica. Ovviamente pure come donna sa', che te credevi che me fai solo ride? ;)

Caro Paolo, sì, certo, po’ benissimo èsse che ‘na vòrta conosciuta è ‘na rincojonita, ma tu domani sera hai d’anna’ la’ e dije: «Senti, abbèlla, so’ io che t’ho mannàto in privato “Le passanti”. Vedi de nun passa’ te, piuttosto, e dàmme ‘n bascio». Oddio, il bacio too pòi pure riserva’ pe’ momenti più intimi, ma ‘nzomma, er piglio dev’èsse questo. Ovviamente, Paole’, te hai capito tutto: l’incontri tra n’òmo e ‘na donna, tra du’ òmi, tra du’ donne, inzomma, l’incontri d’amore, so’ grandissime metàfe daa vita, come derrèsto ‘a vita è ‘na grande metàfa daa vita, peccùi è mòrto diffiscile poi calalle naa reartà daa vita vera. Ma secondo me, te ce la pòi fa’. Inzisti. E se all’inizzio nun te se fila, inzisti uguale. Fermete solo davanti a ‘n vaffa detto a brutto muso.

p.s. T’ho perdonato perché hai itajanizzato, come vedi. Anzi, me complimento cotte’.

p.p.s. Tu ce devi da ave’ gusti eccerzi. “Colgo l’occasione per dirti che sei fantastica. Ovviamente pure come donna sa’, che te credevi che me fai solo ride?” E poi me vieni pure a chiede conziji pe’ rimorchia’. Ciò come l’impressione che nun ciò da ‘nzegnatte gnente, Paole’.

Patrick Dennis, Zia Mame

#checosastoleggendo

Una di quelle zie indimenticabili, quelle che ti coprono le spalle e ti fanno provare a fumare: chi di noi non ha avuto una Zia Mame?

@DeLempicka

Patrick Dennis Zia Mame Adelphi Pag. 380 euro 12,00

Con l’usuale codardia che i maschi dispiegano quando vogliono sbarazzarsi delle femmine, per togliermi dai piedi Bubbles prima le provai tutte, tranne un bel no in faccia. Cominciai con la Congiura del Silenzio, cioè per dieci giorni filati girai alla larga dal bar di Newark. Bubbles non sembrava precisamente turbata dalla mia sparizione, anche se il decimo giorno, visto che in un momento di debolezza le avevo dato il mio numero dell’università, decise di chiamarmi. Le risposi mantenendomi molto sul vago, almeno fino a quando non mi chiese, «’scolta ‘amore, checcè? Hai la bua? ‘scolta, se non puoi venire vengo io, così ti faccio cara cara cara finché non ti passa». Fine della storia. Quella sera stessa mi ripresentai a Newark. [...] All’inizio della settimana fatidica escogitai una soluzione. Le avrei spedito un telegramma dicendole che ero ricoverato con un qualche malanno altamente infettivo e mi sarei nascosto a Filadelfia fino a che la buriana non fosse passata. [...] Suonò il telefono, e andai a rispondere. Era zia Mame. «Caro, vieni a casa per il weekend?». «No, zia Mame. Siamo intesi che quando vengo te lo faccio sapere, no?». «Certo, che stupida. Ma dove vai?». «Vado a Filadelfia» dissi forte e chiaro. «Per tutto il weekend?». «Certo, perché?». «Oh, niente, così, curiosità. Dunque starai via da scuola?». «Evidentemente». «Fino a domenica inclusa?». «Ma senti zia Mame…». Temevo che i miei turpi raggiri stessero per venire alla luce, e mi stavo innervosendo. «Che cavolo succede?». «Oh be’ niente, caro» tubò con quella sua finta innocenza che mi faceva subito pensar male. «Mi stavo solo chiedendo cosa avesse in programma il mio tesorino per il weekend. Sai, io probabilmente me ne resterò a casa con Marcel Proust».

Bio Patrick Dennis (1921-1976) scrittore statunitense, si arruola nell'American Field Service, in cui presta servizio come autista di ambulanze in Nord Africa e in Arabia Saudita. Ha scritto ben sedici romanzi, molti dei quali pubblicati sotto pseudonimi. Tradotti in italiano e pubblicati da Adelphi Zia Mame (2009), Povera Piccina (2010)e Intorno al mondo con zia Mame (2011).