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Domenico Starnone, Scherzetto

Prendete un burbero e anziano illustratore, incidentalmente nonno; aggiungete una coppia in crisi che ha messo al mondo un pestifero e brillantissimo quattrenne, sistemateli nella cornice della città di Napoli e lasciateli vivere in una casa piena di fantasmi, agitate e otterrete “Scherzetto”, il nuovo romanzo di Domenico Starnone, edito da Einaudi.

Illustrato da Dario Maglionico, è una partita aperta fra rimpianto e giovinezza, un gioco perfido e divertente, così come è la vita.

"Dietro la vita costumata di ogni giorno - sospirai pieno di scontento - c'è uno spiritello senza educazione che fingiamo di non vedere, un'energia che ci anima la carne debellando a scadenze fisse ogni compostezza, anche nei più composti. [...] L’ambizione spropositata se ne sta sottotono, si vergogna di sé. Ma in segreto le gerarchie fissate dal mondo le sembrano inattendibili, vuole così tanto che non sa assoggettarsi a nessun modello, a nessuna affinità, e anzi persino ciò che ammira lo ammira solo per superarlo. Sì, sì, il fallimento è un corredo essenziale delle vere grandi ambizioni. Si fallisce in funzione della grandezza, non delle piccole mete.”

Domenico Starnone, Scherzetto, Einaudi, pp. 176

Domenico Starnone, Lacci

#checosastoleggendo

Che cosa lasciamo quando lasciamo qualcuno? @DeLempicka

Domenico Starnone Lacci Einaudi Supercoralli pag. 138 euro 17,50

Mi fai l'esempio della scalinata. Hai presente - dici - quando si fanno le scale? I piedi vanno l'uno dietro l'altro così come abbiamo imparato da bambini. Ma la gioia dei primi passi s'è persa. Ci siamo modellati, crescendo, sull'andatura dei nostri genitori, dei nostri fratelli maggiori, delle persone a cui siamo legati. Le gambe ora vanno su in base ad abitudini acquisite. E la tensione, l'emozione, la felicità del passo sono andate perdute come anche la singolarità dell'andatura. Ci muoviamo credendo che il movimento delle gambe sia nostro, ma non è così, con noi fa quei gradini una piccola folla cui ci siamo adeguati, la sicurezza delle gambe è solo il risultato del nostro conformismo. O si cambia passo - concludi - ritrovando la gioia degli inizi o ci si condanna alla normalità più grigia. Ho riassunto bene? Ora ti posso dire la mia opinione? E' una metafora stupida, sai fare di meglio, e tuttavia te la do per buona. Al solito modo figurato hai voluto farmi sapere che una volta siamo stati felici ma che in seguito quella felicità si è piegata a riti che, se da un lato hanno permesso ai giorni, ai mesi e agli anni di scorrere senza troppi problemi, dall'altro hanno soffocato sia noi che i bambini. Benissimo. Ora però mi devi spiegare cosa ne viene di conseguenza. Vuoi dire che se fosse possibile torneresti volentieri a quindici anni fa, ma poiché regredire non si può e d'altra parte il desiderio del piacere degli inizi è forte, non ti resta che ricominciare con Lidia? Vuoi dire questo? Se è così ti do una notizia. Anche io da qualche tempo sento che la mia gioia di una volta si è indebolita. Anche io da qualche tempo penso che siamo cambiati, che il nostro cambiamento faccia male a noi, a Sandro e ad Anna, che il rischio sia una convivenza tormentosa per noi e per i bambini. Anche io da qualche tempo temo che, se ci riduciamo a vivacchiare insieme e a crescere i figli, agiamo contro di noi e contro di loro, e allora è meglio che ti lasci. Ma io, io, a differenza di te non credo che le chiavi del paradiso terrestre siano andate perdute per colpa tua e che perciò mi convenga attaccarmi a un altro meno sbadato. Io non vi sopprimo, io non nego, pur di liberare me stessa, la vostra esistenza.

Bio Domenico Starnone (Napoli, 1943) ha fatto a lungo l'insegnante, è stato redattore delle pagine culturali del "Il Manifesto". Per Einaudi ha pubblicato Spavento (2009) e Autobiografia erotica di Aristide Gambia (2011).